Prima la bonifica o prima le vasche?



Della questione vasche di laminazione del fiume Seveso ho scritto spesso, e in attesa dei responsi alle osservazioni poste durante la procedura della Valutazione di Impatto Ambientale torno a scriverne per riportare alcune informazioni emerse recentemente.

Inizio da un’interrogazione presentata dal consigliere del Pd Fabio Pizzul al Consiglio della Regione Lombardia, in cui chiedeva conto dello stato dei lavori per la messa in sicurezza del Seveso. Interrogazione che ha avuto risposta direttamente da Maroni, e che ha chiarito alcuni aspetti. Tenete conto che questo accadeva a metà gennaio.

Il primo era che Regione Lombardia non aveva ancora ricevuto i soldi degli stanziamenti previsti dal decreto Sblocca Italia. Il secondo era che Regione Lombardia vedeva come prioritaria la messa in sicurezza del Seveso piuttosto che una bonifica delle sue acque. Specifica che i due aspetti debbano proseguire di pari passo ma che prioritario è evitare nuove esondazioni. Ecco un estratto dalla risposta di Maroni:





Insomma, per Maroni le vasche vanno fatte il prima possibile, anche se le acque continuano a presentare alti livelli di inquinamento. Un grosso problema dato che le vasche di Senago si trovano sopra una falda acquifera che sta risalendo e con cui sarà in collegamento, come scrissi in questo lungo post dove parlavo delle criticità del progetto. Criticità messe nero su bianco durante la procedura di VIA dal Comune di Senago (in collaborazione con Progepiter, società specializzata nel settore) con una relazione tecnica puntuale e molto precisa.

Ma ieri, scambiando qualche parola su Twitter col senatore D’Angelis vengo a sapere alcuni nuovi interessanti dettagli. Inserendomi in una discussione già avviata, in cui parlava degli stanziamenti del CIPE per queste opere, chiedo conto del rischio inquinamento della falda



La risposta di D’Angelis, che ricordo è il Capo Struttura di Missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, si scontra con quanto dichiarato prima da Maroni, cosa che gli faccio notare:



Dice che nelle vasche ci andrà solo acqua pulita. Il che significa che quando entreranno in funzione il Seveso dovrà già esser stato bonificato. Non rimandare a dopo perché i tempi sono più lunghi, ma realizzare la bonifica prima della conclusione dei lavori. Mi accenna anche a un cronoprogramma:



Vasche completate fra 3 anni, nel 2018, con acqua pulita. Date che, per altro, contrastano anche con quelle presenti sul sito di Italia Sicura, che parlano per le ultime opere di una conclusione lavori per dicembre 2016. 



Forse da dicembre i tempi e le priorità sono state riviste, e da un certo punto di vista me lo auguro perché la salvaguardia del territorio passa prioritariamente dalla bonifica degli agenti inquinanti presenti nelle acque. Vedremo nei prossimi tempi se questa apparente decisione di dare priorità alle bonifiche avrà una ricaduta positiva sui problemi del progetto, quanto meno per garantire che nel momento in cui entreranno in funzione queste vasche l’acqua sia assolutamente pulita.

Avrà ragione Maroni o il senatore D’Angelis? Noi aspetteremo e vedremo, sempre attenti a tutto ciò che verrà deciso.



Categorie:Politica, Senago

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